“Christian, studio ma dimentico tutto“, messaggio che ricevo molto spesso. Se questo è un problema che affligge anche te, tranquillo: c’è una soluzione! Vediamola 😉
Non immagini quante volte gli studenti mi scrivono disperati per questo problema.
Studiano, studiano, studiano, ma puntualmente si dimenticano le cose viste durante le ore passate sui libri.
E in questo caso c’è poco da dire, siamo fatti così: se i nostri sforzi non vengono ripagati da un qualche risultato ci demoralizziamo e non vogliamo più andare avanti.
“Esatto, Christian, che nervoso…la mia memoria sembra uno scolapasta, non trattiene niente!
Quando faccio questo genere di discorso con i ragazzi amareggiati per via della loro memoria debole, tendo volutamente a sviare il dialogo su altri argomenti, parlando di loro, per scoprire se hanno dei particolari interessi o passioni.
Una volta identificato il loro argomento di interesse allora comincio a porgli delle domande a riguardo.
Ad esempio a me piace molto il tennis e se chiacchiero con un ragazzo che ha la mia stessa passione allora magari gli chiedo “Ma sai mica quando si giocherà il prossimo torneo?” oppure “Per caso sai che punteggio a fatto quel giocatore?”, insomma cose del genere. E se la persona con cui parlo è veramente interessata mi risponde ampiamente, nel dettaglio.
A quel punto sfodero la mia battuta vincente: “Scusa, ma non mi avevi detto che non ti ricordi mai niente? Eppure hai risposto a tutte le domande che ti ho fatto!” ;).
Vedi, questo è un esempio di come in realtà il problema non sta nella tua memoria, quanto piuttosto in quello che devi ricordare.
Allora adesso cerchiamo di andare più a fondo cercando di capire perché non ricordiamo le cose e quali soluzioni mettere in pratica per evitarlo 🙂
“Studio ma dimentico tutto” Non è colpa del tuo cervello
Premessa doverosa.
Tranquillo, il tuo cervello non è né bucato né equiparabile a quello di un pesce rosso, perché come ti ho raccontato altre volte è in grado di memorizzare 7 informazioni al secondo per 24 ore al giorno per più di 100 anni.
Cioè, praticamente hai uno spazio di archiviazione inestinguibile!
Il nostro cervello oltretutto addirittura cresce quando memorizziamo delle informazioni, perché crea delle nuove sinapsi tra i neuroni.
Dunque il fatto di non ricordare gli argomenti che studi non è imputabile al cervello, perché lui ha tutti i mezzi per trattenere le informazioni.
Le vere cause principali più evidenti normalmente sono le seguenti.
1. Non ti interessa ciò che studi
Scommetto che la trama del libro bellissimo che hai letto un anno fa te la ricordi benissimo, così come magari ricordi anche i nomi di tutti gli attori di quel film che ti piace tanto.
Insomma, ricordi con facilità le cose che ti interessano!
Allo stesso modo quando studi una materia che ti appassiona trattenere le informazioni è più semplice.
Se invece ti ritrovi alle prese con un esame che non ti piace, passando le ore a studiare argomenti che non ti suscitano il benché minimo interesse, puoi anche passare ore e ore sul libro, ma è vero o no che nel mentre la tua testa viaggia e pensa ad altro?
Allora logicamente poi non ricordi nulla di quello che hai studiato.
2. Non hai un buon metodo di studio
Magari ti ritrovi alle prese con un esame complesso, molte informazioni da incamerare. Tu studi, ti impegni, presti attenzione, però a fine giornata, nonostante gli sforzi, ti rendi conto di ricordare pochissime cose.
E allora via alla depressione e ti demoralizzi alla grande perché “A che è servito studiare tanto?”.
In questo caso ti manca qualcosa, hai delle lacune nel metodo, c’è chiaramente qualche passaggio che salti e che non ti permette di immagazzinare i ricordi.
Soluzioni
Ho la soluzione giusta ad entrambi i problemi 😉
Vediamole insieme.
1. Usa le cose che devi studiare a tuo vantaggio
Nel primo caso, quello in cui non provi interesse per gli argomenti che hai necessità di ricordare, il mio consiglio è di fare in modo che quelle informazioni ti servano per ottenere qualcosa che invece ti serve e ti piace.
Ti ho già raccontato in un video del canale YouTube della storia di Agassi, tennista professionista che è diventato una leggenda nonostante odiasse profondamente il tennis. Lui aveva il grande desiderio di costruire delle scuole per far accedere all’istruzione tutti quei ragazzi che non ne avevano la possibilità. Ad un certo punto si è accorto che il tennis era un mezzo attraverso il quale ottenere parecchi soldi per realizzare il suo obiettivo. E questa consapevolezza lo ha spronato a vincere, vincere e continuare a vincere nonostante il tennis continuasse a non piacergli affatto.
Questo come si traduce nel tuo caso?
Se stai studiando una materia che non ti piace puoi provare a prendere quelle informazioni e tradurle in qualcosa di pratico che invece ti interessa.
Se ad esempio studi ingegneria meccanica puoi prendere le informazioni che devi studiare e usarle per aiutare un amico in un suo progetto pratico. Oppure puoi estendere la sfida a un tuo compagno di studi e aiutarlo. A quel punto il tuo scopo sarà quello di studiare per essere in grado di aiutare il tuo amico a superare l’esame.
2. Colma le lacune del tuo metodo di studio
Nel secondo caso invece, quello in cui ti rendi conto che proprio ti mancano delle basi del metodo e che qualcosa non funziona dobbiamo fare uno stop.
Ti consiglio proprio di fermarti, cercare di capire dove stanno le lacune di metodo, acquisirle e poi tornare a studiare.
Purtroppo o per fortuna ognuno di noi ha vissuto percorsi scolastici diversi e dunque c’è chi ha potuto acquisire un buon metodo sin da piccolo e chi invece non vi ha mai avuto accesso.
Ma non è mai tardi per aggiustare il tiro e ingranare la marcia giusta, se no non sarei qui a scrivere questo articolo 😉
A tale scopo hai due possibilità.
Puoi esplorare il canale YouTube e il Blog di Come Si Studia, che pullulano di video e articoli sul metodo, per andare a pescare le informazioni di cui hai bisogno e migliorare il tuo metodo.
Per farti risparmiare un po’ di tempo, ti rimando agli articoli che possono esserti più utili in questo momento, giacché stiamo parlando di memoria e del problema di memorizzare quello che studiamo.
Anzitutto ricordare ciò che studi è praticamente impossibile se non lo ripassi nel giro un determinato lasso di tempo, perciò impara a seguire i cicli di ripasso.
In secondo luogo, i diversi tipi di informazioni si memorizzano con tecniche specifiche, te lo spiego in questo articolo su come memorizzare gli esami difficili.
Più in generale il metodo di studio va costruito seguendo delle regole di base, le puoi scoprire in questo articolo in cui ti parlo dei tre pilastri del metodo di studio universitario.
In alternativa a tutto questo, per ottenere i risultati migliori nel modo più rapido ed efficace, puoi avere accesso a #iostudiorapido, il nuovo video corso nel quale ti spiego come impostare il tuo metodo di studio, passo dopo passo, per arrivare finalmente a portare a casa i risultati che ti meriti.
Anche per oggi abbiamo finito.
Spero che questo articolo ti sia utile, in caso positivo ricordati di lasciarmi un like 😉
Alla prossima!
Avevo un interesse incredibile in quello che facevo.
Poi eventi ed esperienze hanno annichilito lo stato emotivo (e fisico) portandomi inconsciamente a pensare che “…tanto ormai”.
Inutile dire che vedere dei 29 a scene mute, 30L politici dati ora, mentre quando lo facevi tu dovevi sapere a menadito tabelle specifiche operative (di solito usate da consultazione) e scoprire che in fondo il tempo non lo hai perso tu solo, ma l’organizzazione e un gruppo enorme di colleghi (il nostro corso era per il 90% divenuto fuoricorso, di cui una parte abbandonò gli studi alla fine). E’ stato demoralizzante studiare da 3 mesi ad un anno per studiare non la materia o il corso ma… “quello che vogliono sentirsi dire”, senza possibilità ragionative, collegamenti a cose che già si sapevano e peggio di tutte, avere già studiato quelle cose in altre corsi e vedersele riproposte in maniera diversa, con criteri utilizzati diversi e pochissimi punti in comune. Il senso di inutilità inconscia ti assale. Tu cerchi allora di puntare l’attenzione sul pratico, cosa che in quei corsi non avviene mai. Cerchi di rapportarlo a casi specifici reali, a “simulare” le situazioni e allora ricorde. Meglio di tutto? Vederle o sentirle raccontare. Allora le cose prendono un’altra piega, un altro interesse.
Andare a lezione era pressoché inutile. Qualsiasi persona sa’ leggere delle slides o metterci al massimo poco del suo. Si si fanno dei commenti sulle immagini. Meglio di tutto sarebbe se qualcuno del settore parlasse dell’argomento con cui ha effettivamente avuto a che fare e non ripetesse meccanicamente la cosa.
Addirittura in certi corsi si è usata la lavagna. Sono stati quelli andati meglio in assoluto! Le slides spesso presentano un concetto (di solito nelle linee guida del buon insegnante dovrebbe essere 1-max 2 concetti per slide non 3000).
La confusione unita al senso di incompetenza pratica ti pervade e ti fa capire che siamo in troppi, studiamo in troppi la stessa cosa. Ed è per quello forse ad oggi che c’è diatriba sulla scienza ormai assodata: terrapiattismo, vax o no (in toto, posso non essere d’accordo anche io su misure d’obbligo di trattamento, ma non eliminare del tutto il lavoro di Salk e Sabin).
Per assurdo ripeti ti prepari anche un video… Dopo qualche giorno il vuoto. Allora ho riprovato a “tabellare” i vari argomenti in comode sintesi per ogni settore dei vari argomenti avendo una scaletta su cui basarsi (non usando quindi gli schemi a cascata, ma nemmeno le mappe mentali, che se non ripetute pedissequamente si perdono, e non sempre si ha tempo e la forza di dedicare tempo al ripasso, ma alla “rispolverazione veloce”, il ripasso diventa una parte già programmata e spesso se si fa bene il programma puo’ essere davvero piu’ vasto del previsto e … impossibile pensare che basti seguire un corso e studiare a casa per darlo al primo appello sicuri di sapere le cose .- specie le prime.- ripassando. La parte migliore sono i weekend. Devi anche fare i conti se lavori, hai un’altra attività, aiuti in casa e/o hai una malattia cronica che ti drena le energie).
Riscrivere col pc paradossalmente mi ha aiutato di piu’ che scrivere a mano, il perché non lo so, forse per l’ordine che posso dare meglio in una grafica al pc (all-in-one) che su un foglio a cascata da rivedere.
Lo capisco, dopo i 22 per le lauree piu’ lunghe è la fine delle capacità mentali. Peccato che si perdano troppe ore in corsi che anche se seguiti pedissequamente e riscrivendo gli appunti o riascoltando la lezione (doppio lavoro per alcuni) non sono garanzia. Diverso è riuscire a “fissare” quegli argomenti, tabelle, grafici, formule.
Mi spiace essere un fallimento sociale e mentale e fisico. Al liceo avevo 100 (non era prevista la lode) insieme ad un altro. Ora sono un fiasco a 1,5 esami dalla laurea, in cui ho dovuto accettare compromessi, abbassamenti pesanti di voto (per l’età o il voto di un altro esame o per il semplice fatto di averlo dato in un appello diverso dall’appello X, periodo in cui magari ne stavi dando un altro… Ma se c’era un ordine perché non dirlo?).
Spero vivamente di uscirne. Altrimenti, per fortuna, so cucinare, pulire i cessi, dare di colore, piastrellare, fare giardinaggio, siti web, social media, programmazione e tante altre cose su cui non si campa ma si sopravvive tutto sommato. E intanto la stanchezza aumenta, di anno dopo e anno. E ti chiedi, perché… Sarà la malattia? Sarà la vecchiaia? Sarà che sei stufo ? E come farai a lavorare se arrivi distrutto alla fine di tutto? Se hai bisogno di piu’ sonno e caffé degli altri per mantenerti lucido, attivo, sveglio? (Per dire una volta ho dovuto bere 2redbull per riuscire a fare un esame da 5 orali… Perché già al terzo ero ko dalla stanchezza, e avevo dormito oltre ad averlo preparato praticamente 1 anno se non di piu’, ma cambiando pure docenti di volta in volta dovevi aggiornare le cose da un lato, dall’altro arrivi per sfinimento, quelle cose non le puoi piu’ vedere ancora. Vuoi studiare altro… Motivo per cui anche preparare piu’ esami studiandoli alternandosi è stato piu’ efficace che studiare tutto il giorno per molto tempo la stessa cosa. 3h ciascuno (sempre che non si perda tempo in corsi, congressi, attività richieste, lavoro o faccende, ma quando ti metti ti metti… e il tempo scorre inesorabilmente veloce, arriva notte troppo presto)). La mattina hai un pool dovuto al dolore della malattia che ti sveglia (lo studente di medicina al V anno avrà già capito forse cos’è) e ti alzi, ma già dopo un’ora scema la forza… Crolli e ti addormenti un po’. Riprendi piu’ deciso. Vai avanti, impari tante cose che probabilmente dimenticherai, e crolli. Prepari da mangiare, cucini lavi e metti via il tutto in meno di mezz’ora considerando che fai da mangiare anche per altri. E niente… Non vorresti mangiare per non subire il picco glicemico, ci hai provato ma eri senza forze poi, allo mangi ma poco e senza zuccheri se possibile. Frutta verdura cose così. Pomeriggio vai meglio per un po’, meglio di tutto la sera prima di cena dove si dovrebbe avere l’ultima botta endogena steoroidea, un po’ di epinefrina da digiuno. E fai… E ti accorgi a fine giornata quanto sei ignorante, che come studi e prepari “l’immensità del cavolo che mi tocca studiare” ti sei dimenticato altre cose, come sovrascritte… E allora tanto per staccare, le ripassi. Non vorresti avere il vuoto, non saperle. Una notizia poi appare mentre ceni… chi ha dolore cronico ha piu’ comorbilità con demenze senili, ictus e tante altre cose (togliendo i bias dato purtroppo delle malattie tumorali) ti preoccupi, che il dolore non renda vano tutte queste fatiche. Caritas e ponte… aspettami