Le tecniche di memoria funzionano per preparare gli esami, ma non ti serve diventare il nuovo campione italiano della memoria per riuscirci.
Oggi ti spiego perchè 😉
Ricevo tantissime mail di ragazzi che mi scrivono cose così:
“Christian, ho sentito che c’è chi riesce a memorizzare un libro di 200 pagine in un giorno, e chi può memorizzare un numero di 2000 cifre nel giro di un’ora. Ecco, io vorrei imparare queste tecniche, perché così preparare un esame in due o tre settimane sarà uno scherzetto”.
Allora, sono risultati raggiungibili, ma siamo sicuri che ti serva diventare un campione della memoria per ottenere successo nello studio?
Secondo me no!
Le tecniche di memoria funzionano per preparare gli esami?
Le tecniche di memoria sono un argomento sempre caldo tra gli studenti. In molti le vedono come le armi segrete per preparare e macinare esami a raffica, senza sforzo.
Certo, costituiscono un eccellente strumento, una capacità avanzata che senza dubbio porta la tua esperienza di studio a un livello superiore.
È fuor di dubbio che le mnemotecniche ti forniscono delle abilità in grado di velocizzare e ottimizzare lo studio.
E funzionano davvero, perché tutte le tecniche di memoria, da quelle per memorizzare i numeri, ai loci ciceroniani, si basano sul fondamentale principio della trasformazione in immagini, una pratica vecchia come il mondo grazie alla quale il nostro cervello funziona meglio!
Fin qui è tutto bello e gioioso: parlare di ciò che puoi essere in grado di fare con questi strumenti ti gasa un sacco.
Ma spesso e volentieri gli studenti si concentrano troppo e unicamente sul risultato finale, senza considerare tutto il percorso di esercizio e fatica che sta nel mezzo, la via che di fatto ti porta a ottenere determinati risultati.
Memorizzare un libro di 200 pagine in un giorno o ricordare a memoria 50 libri, sono risultati realistici, non cifre gonfiate per fare scena.
Ma a non essere assolutamente gonfiata o esagerata è l’entità dell’esercizio che serve per arrivarci.
Enorme esercizio per enormi risultati
Te lo faccio raccontare meglio da Joshua Foer – che è arrivato alla finale dei campionati americani di memoria dopo un anno di allenamento – dal suo L’Arte di ricordare tutto.
Se mi foste venuti a trovare in ufficio nell’autunno del 2005 avreste visto un post-it, una delle memorie esterne, incollato alla parete sopra il monitor del computer. Ogni volta che il mio sguardo si allontanava dallo schermo si fissava sulle parole “non dimenticarti di ricordare”.
Un modo carino per rammentare a me stesso che nei mesi precedenti al campionato statunitense della memoria dovevo sforzarmi di non cedere alla mia solita tendenza a procrastinare, ma impegnarmi in una serie di proficui esercizi mnemonici. Invece di navigare in rete o fare il giro dell’isolato per calmare il bruciore agli occhi, ogni volta che volevo fare una pausa prendevo una lista di parole a caso e cercavo di memorizzarla. Al posto delle riviste o dei libri che di solito portavo con me nei viaggi in metropolitana tiravo fuori una pagina di numeri casuali e la memorizzavo.
Mi rendevo conto o no che stavo diventando un tipo parecchio strano? Cominciai a usare la memoria nella vita quotidiana, anche quando non mi stavo esercitando negli arcani misteri previsti dal campionato. Le passeggiate nel quartiere diventarono un pretesto per memorizzare le targhe delle auto. Cominciai a prestare un’attenzione inquietante alle targhe con i nomi e a memorizzare le liste della spesa. Tenevo un calendario cartaceo e uno mentale. Quando qualcuno mi dava il suo numero di telefono lo installavo in un palazzo della memoria e lì ci rimaneva.
Gli studenti sono tutti come Foer?
Nel suo libro Foer racconta lungamente tutte le difficoltà incontrate lungo il percorso e rende assolutamente l’idea dell’impegno profuso per sviluppare le tecniche che, nel suo caso, lo hanno portato a conseguire il titolo di campione.
Lui, per arrivare dove è arrivato, ha dedicato un intero anno della sua vita all’esercizio e all’implementazione delle mnemotecniche.
Ora, in anni trascorsi a seguire gli studenti, io ho capito questo: la maggior parte di loro non ha la voglia, la determinazione o il tempo per esercitarsi nell’applicare così bene le tecniche di memoria.
E tu hai tempo e voglia di applicarti?
Se vuoi diventare il nuovo Foer la domanda che devi farti è questa:
“Ho la voglia e la possibilità di prendermi dai 4 ai 6 mesi per esercitarmi così tanto e così bene da arrivare a conoscere e applicare alla perfezione le tecniche di memoria?”
Se la risposta a questa domanda è sì, ben venga! Fantastico! Assumerai delle abilità incredibili che ti permetteranno di assorbire un’enorme quantità di informazioni.
Ma se la risposta è no…tranquillo! Tutto normale: la stragrande maggioranza degli studenti risponde no. E io trovo che sia giusto così.
Secondo me non è per niente proficuo voler raggiungere risultati del calibro di quelli citati oggi. Non è necessario porsi simili obiettivi quando ti basta molto meno.
Ci sono soluzioni alla tua portata
Naturalmente nel mio Come Si Studia Campus io propongo agli studenti un metodo con le tecniche di memoria.
Ma sono tutte tecniche che si è in grado di interiorizzare in meno tempo – anche se dovrai lo stesso fare un sacco di esercizio eh – raggiungendo ugualmente ottimi successi.
Perciò prenditi un attimo per ripensare ai tuoi risultati.
Se sai che adesso non ne stai ottenendo e vorresti invece ribaltare del tutto la situazione, sappi che c’è qualcosa che puoi fare!
Qualcosa che è assolutamente alla tua portata per condurti dove vuoi arrivare, senza per forza obbligarti a mangiare pane e memoria a colazione ogni santo giorno della tua vita 😉
Ma sappi comunque, che per ottenere qualsiasi risultato ci vanno esercizio, impegno, dedizione e motivazione!
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Alla prossima!
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